Chiesa della SS. Annunziata del Vastato

Storia


La chiesa, che oggi domina in maniera imponente piazza della Nunziata, fu costruita nel 1520 dai Frati Minori di San Francesco, la cui sede originaria sotto la fortezza di Castelletto era stata distrutta dagli eventi bellici del periodo (assedio dei francesi di Luigi XII). La nuova chiesa francescana prese il posto della preesistente Santa Marta del Guastato, una piccola chiesa ed annesso convento edificati nel XIII secolo dagli Umiliati, nell’area immediatamente extramuraria. La cinta era stata costruita nel 1155 contro un eventuale attacco di Federico Barbarossa e aveva comportato una vasta operazione di demolizione, definita dai documenti dell’epoca “vastinium / guastum" che significa appunto demolizione. Da qui deriva probabilmente il toponimo di Vastato, utilizzato già per Santa Marta e poi mantenuto per San Francesco. I Frati minori non rimasero però molto tempo nella nuova sede. Nel 1537 infatti la chiesa fu affidata agli Osservanti, il ramo francescano che occupava convento e chiesa dell’Annunziata di Portoria, presso l’ospedale di Pammatone. A quell’anno risale la costruzione delle nuove mura nella zona dell’Acquasola che implicò la demolizione del loro convento. I minori tornarono dunque nella loro vecchia sede dal Castelletto, ormai ripristinata, lasciando il posto agli Osservanti. La chiesa cambiò inoltre dedica che, in ricordo di quella abbandonata, venne intitolata all’Annunziata.

 

Struttura architettonica


Esterni

Il primo aspetto della chiesa fu quello conferito dai Minori che, se da una parte presero come modello la loro vecchia sede presso il Castelletto, dall’altra introdussero aggiornamenti in chiave gotica. Il progetto venne affidato a Pietro di Gandria, un maestro muratore lombardo, iscritto alla corporazione genovese dei Magistri Antelami. Lo schema era a T e a tre navate, come le chiese francescane umbro – toscane, e con cappelle absidali quadrate, come la vecchia chiesa genovese di San Francesco. Le cappelle presentavano monofore acute, le laterali e una trifora, la centrale. Come l’archetipo erano ancora le colonne bicrome, di marmo bianco alternato a pietra di Promontorio. Nuove erano invece le cappelle laterali. Questo primo aspetto della chiesa si conservò sotto le fasi successive (soprattutto quella seicentesca che lo rivestì totalmente), per tornare alla luce durante la seconda guerra mondiale, in seguito ai bombardamenti che colpirono l’edificio.

Quando poi gli Osservanti si stabilirono nella nuova sede, il cambio della dedica non fu l’unica modifica che interessò la chiesa. Un impegnativo programma di ampliamento venne portato avanti dai nuovi officianti che, in contrasto con quanto comandava la riforma del loro ordine, realizzarono una chiesa magniloquente, grandiosa e ricca di materiali preziosi. D’altra parte la grandezza e la luminosità erano prerogative importanti per le esigenze dell’ordine. L’architetto a capo del progetto sembra essere stato Andrea Ceresola detto il Vannone, che si occupò di chiesa e convento. L’ambizioso progetto venne portato avanti soprattutto grazie ai finanziamenti delle maggiori famiglie nobili genovesi che avevano ottenuto la proprietà delle cappelle. Tra queste prevalsero, per importanza e generosità, i Lomellini che risiedevano in Piazza del Vastato. Nel 1591 Lorenzo Lomellini di Francesco ottenne il giuspatronato della chiesa. Si apre così una nuova fase di trasformazioni che, sotto i dettami della Controriforma, fu interessata da un vasto programma di arricchimento e valorizzazione, perdendo così definitivamente l’aspetto tardogotico, ed instradandosi verso una nuova chiave barocca con l'aggiunta di ricche decorazioni quali stucchi, marmi intarsiati, affreschi e dorature. La cappella maggiore venne ampliata, il tiburio sostituito con un’ampia cupola su tamburo, venne aggiunta di una campata nella parte anteriore e progettata finalmente la facciata con un ingresso dignitoso alla chiesa (prima la parte frontale della chiesa era semplicemente murata e l’entrata collocata solo sul fianco destro). Furono infine costruiti due campanili simmetrici, sul modello alessiano di Santa Maria di Carignano (Rubens – seconda edizione dei Palazzi di Genova, 1652).

Nel 1834 l’architetto Carlo Barabino avviò importanti e complessi progetti per la facciata: gradinata d’accesso, pronao con sei colonne doriche e frontone. L’imponente lavoro ipotizzato dal Barabino fu però destinato a rimanere incompiuto per la morte del suo fautore, a causa del colera che colpì Genova solo un anno dopo, nel 1835. Il progetto infatti, ripreso ed in parte modificato da Giovanni Battista Resasco, furono ridotti al solo pronao e alla scalinata. Tale rimase dunque l’assetto della chiesa, fino ai già citati bombardamenti della seconda guerra mondiale. Dopo la guerra ingenti opere di restauro e conservazione hanno portato all’aspetto odierno dell’Annunziata.

Interni

I maggiori artisti di Cinquecento e Seicento genovese hanno operato nella chiesa, sotto il comune denominatore di un programma iconografico volto ad esaltare la Vergine, la sua vita, i fatti salienti di cui fu protagonista ed in particolar modo il dogma dell’immacolata concezione. Troviamo tra l'altro opere di Luca Cambiaso, Giovan Battista Paggi, Bernardo Strozzi, Giovanni e Gian Battista Carlone, Giulio Benso, Andrea Ansaldo, Domenico Fiasella, Domenico Piola, Gregorio De Ferrari, Pier Paolo Raggi, Giovacchino Assereto e molti altri. A questi si aggiungono Lodovico Carracci, Cesare Procaccini, G. Galeotti, Puget, Tommaso Orsolino, D. Scorticone, G. Porta, Anton Maria Maragliano e Santo Varni.

  • NAVATA LATERALE SINISTRA – affreschi con sei episodi che profetizzano la venuta di Cristo nel Vecchio Testamento: “Abramo e Melchisedec” (sesta campata), di Gioacchino Assereto – “Rebecca al pozzo” (quinta campata), di Domenico Fiasella o Gian Battista Carlone – “Isacco benedice Giaccobbe” (quarta navata), di Domenico Fiasella o Gian Battista Carlone, “Giuseppe riconosciuto dai fratelli” (terza campata), di Gian Battista Carlone – “Mosè fa scaturire l’acqua” (seconda campata), di Gian Battista Carlone – “Passaggio del Giordano” (prima campata), di Gian Battista Carlone.
  • NAVATA CENTRALE - affreschi di Giovanni e Gian Battista Carlone, sei episodi tratti dal Vangelo e dalla tradizione: “Adorazione dei Magi” (sesta campata), “Entrata in Gerusalemme” (quinta campata), “Orazione nel Getsemani” (quarta campata), “Ressurrezione” (terza campata), “Cristo risorto appare a Maria sua madre” (seconda campata), “Incoronazione di Maria” (prima campata.
  • NAVATA LATERALE DESTRA – sei episodi tratti dagli Atti degli Apostoli: “Pietro e Giovanni guariscono uno storpio” (sesta campata), di Gioacchino Assereto – “Predicazione di San Paolo” (quinta campata), di Domenico Fiasella o di Gian Battista Carlone – “Martirio di Sant Andrea” (quarta campata), di Giovanni Carlone – “San Giacomo che battezza” (terza campata), di Gian Battista Carlone – “Predicazione di San Matteo” (seconda campata), di Gian Battista Carlone – “I Santi Simone e Giuda in Persia” (prima campata), di Gian Battista Carlone.
  • CUPOLA – Andrea Ansaldo: Glorificazione di Maria tra Angeli e Santi. Fulcro della chiesa nonché del programma iconografico volto a celebrare la Vergine, è impreziosita da una ricca trama di stucchi che coinvolgono anche i pennacchi nei quali troviamo quattro Santi legati al culto della Vergine e dei suoi dogmi (San Giovanni Evangelista, San Girolamo, San Luca e Sant Agostino).
  • ZONA ABSIDALE - affresco di Giulio Benso: l’ ”Immacolata Concezione”
  • PRESBITERIO – affresco di Giulio Benso: “La Vergine Annunziata”

Coro ed anticoro sono strettamente connessi. E quest’unione è tanto fisica, grazie all’illusionismo barocco e all’abilità prospettico-spaziale del Benso, quanto concettuale. Viene infatti ricreato uno spazio, fatto di architetture illusionistiche quali balaustrate e colonne, che unifica le due parti della chiesa. Uno spazio intermedio, tra terra e cielo, che unifica mondo terreno e mondo celeste. Ed è in questo spazio che risiede la Vergine, raffigurata nei tre momenti più importanti e rappresentativi della sua storia.

  • CAPPELLE:

NAVATA DESTRA – Cappella di San Bernardino, Cappella di San Bonaventura da Bagnoregio, Cappella di San Giovanni Battista, Cappella di San Luigi re di Francia, Cappella di San Pietro d’Alcantara, , Cappella della S.S. Annunziata, Cappella di Sant’Antonio da Padova.

CAPPELLE ABSIDALI – Cappella di Santa Maria di Loreto (a destra) e Cappella della Madonna degli Angeli.

NAVATA SINISTRA – Cappella della Crocifissione, Cappella di San Pasquale Baylon, Cappella di San Francesco d’Assisi, Cappella di San Diego, Cappella dell’Immacolata Concezione, Cappella di Nostra Signora della Mercede, Cappella di Santa Chiara d’Assisi, Cappella di San Clemente.

 

 

Bibliografia


Venanzio Belloni (a cura di), Chiesa della S.S. Annunziata del Vastato, Guide di Genova, SAGEP EDITRICE, GENOVA 1979, Giorgio Rossini, Santissima Annunziata del Vastato, SAGEP, Genova 1999, Lauro Magnani, La Concezione Immacolata a Genova come forma dello spazio barocco tra pittura e scultura, 2008.

Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022